Csp, dopo gli aiuti dovuti alla pandemia, che hanno consentito alla società di ottenere ingenti contributi, oltre alla possibilità di spalmare su 5 anni le perdite degli ultimi 2 esercizi, è oggi alla resa dei conti.
La guerra, con l’aumento del costo dei carburanti, ma soprattutto del gas, nel caso degli autobus verdi che circolano a Civitavecchia, ha certamente inferto un duro colpo al bilancio della municipalizzata. Mai, però, tanto duro quanto quelli inferti quotidianamente dalla gestione di interinali, promozioni, conciliazioni e anticipi di cassa e di stipendi, che per qualcuno fanno della società pubblica locale una sorta di bancomat dove attingere a proprio piacimento e con la compiacenza di chi consente che avvengano certe cose.
Poco importa se a giugno l’azienda ha perso un milione di euro, che non recupererà nemmeno se dovesse passare l’aumento esponenziale del costo dei biglietti per il trasporto dei crocieristi sulla tratta porto-stazione.
Siamo ormai nella seconda metà di ottobre, la delibera ancora non è stata approvata e i numeri attesi fino a fine anno, per quanto promettenti, non sarebbero sufficienti a recuperare una situazione già compromessa.
Cosa fare dunque per non affossare bilancio, capitale sociale (che diventerebbe incapiente, non avendo il Comune portato a termine la ricapitalizzazione a costo zero prevista dalla delibera 78) e azienda stessa, decretandone la messa in liquidazione?
Il percorso in cui il Pincio può muoversi è molto stretto per evitare di incorrere nel soccorso finanziario sempre sanzionato dalla Corte dei Conti.
Secondo alcune indiscrezioni, l’assessore alle Partecipate Daniele Barbieri, il cui apporto all’amministrazione finora è stato talmente discreto, silenzioso e nell’ombra da non aver prodotto forse neppure una delibera degna di tale nome, starebbe preparando una revisione al rialzo (per il socio-Comune) dei contratti di servizio. Il tentativo in atto è quello di non passare dal Consiglio Comunale, dove la delibera rischierebbe seriamente di naufragare insieme alla maggioranza, limitandosi ad approvare gli atti in giunta.
Solo due domande: sarebbe legittimo, alla luce del fatto che i contratti (non solo gli schemi) furono approvati dal Consiglio, all’epoca di Cozzolino? E ancora, in ogni caso l’aumento delle risorse da destinare a Csp, ammesso che i conti del Comune siano in condizione di assorbire questa “manovra”, dovrebbe comunque essere autorizzato in aula Pucci almeno con una variazione di bilancio.
Cosa ne pensano i consiglieri che saranno chiamati ad approvare tali provvedimenti? La Lista Tedesco approverà ad occhi chiusi, essendo la vera “padrona” politica di azienda e maggioranza.
Ma Forza Italia e Perello, che avrebbero voluto privatizzare i servizi fin dall’inizio, cosa faranno? E quel che resta della Lega terrà il gioco a Mecozzi & c.?
Domande le cui risposte avranno un peso non da poco sul futuro di Csp, di chi ci lavora e dei servizi pubblici locali.
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