Ricorre il 7 aprile 2023 la Giornata Mondiale della Salute, che celebra la fondazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, costituita nel 1948, concorrendo ad aumentare la consapevolezza delle istituzioni e della cittadinanza su tematiche legate alla salute. Il focus della giornata è “Health for all” (Salute per tutti), che richiama la necessità di garantire cure per tutti in uno scenario globale complesso.
«In occasione dell’importante ricorrenza, lancio un grido d’allarme alle nostre istituzioni: la salute non aspetta» afferma Diego Catania, Presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio. «Sono estremamente preoccupato per la deriva che sta prendendo il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Il SSN è la colonna su cui poggia il principio di universalità delle cure garantito dalla nostra Costituzione, ma purtroppo questo fondamento inizia a vacillare. Le crepe si fanno sempre più visibili, dovute ad anni di sprechi, erosione dei fondi e mancata valorizzazione degli operatori della salute. È proprio sulle spalle dei professionisti che si riversa il peso delle carenze strutturali: spesso sono loro a tenere in piedi il sistema salute, grazie a principi di etica professionale e ad un’ammirevole caratura umana. Ma aspettarsi l’impossibile dagli operatori sanitari, esponendoli a un crescente rischio di burnout, non deve essere la norma».
L’Ordine rappresentato dal Presidente Catania comprende 18 Professioni Sanitarie dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione di sei provincie della Lombardia: oltre 14mila Professionisti che operano sul territorio, nelle aziende sanitarie, negli istituti di ricerca, nelle cliniche private, negli studi professionali, a domicilio e ovunque sia richiesto il loro intervento.
«La Lombardia rappresenta un polo attrattivo, dove molte persone accorrono per esigenze di salute, richiamate dalle competenze dei nostri professionisti. Una tale responsabilità determina l’urgenza di investire maggiormente e meglio sulle risorse umane, per riuscire a rispondere ai bisogni complessi della popolazione. Non è più accettabile che chi necessita di cure, spesso anche salvavita, venga lasciato indietro, respinto nel limbo delle liste d’attesa. I Professionisti Sanitari si vedono costretti a chiedere ai pazienti di aspettare, anche quando non c’è più tempo: una contraddizione insostenibile».
Il Presidente conclude il suo appello con una domanda provocatoria: «Come possiamo curare efficacemente i malati, se il nostro Servizio Sanitario è malato? Il sistema salute, per primo, ha bisogno di cure, di investimenti mirati che possano rinforzarlo in tutte le sue parti. Solo così potremo proteggere il SSN e il principio fondamentale di cui è espressione, ricordando che una società in salute è una società che può guardare al futuro».