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Guerra in Ucraina e Papa Francesco, il binomio torna di moda. A rilanciarlo lo stesso Pontefice, nel corso di un’intervista a La Nacion. Ai microfoni del quotidiano argentino, Bergoglio si è soffermato sulla possibilità di una visita apostolica a Kiev. Il Santo Padre sembra deciso a provarle davvero tutte per porre fine alle ostilità e portare la pace tra le popolazioni martoriate. Un tema per il quale si è battuto in maniera indefessa sin dallo scoppio del conflitto. Non solo a parole, tramite appelli e preghiere, ma anche concretamente. E’ di giorni fa infatti la notizia di un piano di pace che avrebbe preparato personalmente per diffonderlo tra il popolo russo. E quest’oggi ha fatto emergere la disponibilità a parlare con le parti in causa.
“Sono disposto ad andare a Kiev – ha dichiarato – Voglio andare a Kiev. Ma a condizione di andare anche a Mosca. O vado in entrambi i posti o in nessuno dei due“. Bergoglio ne fa una questione di etica: “Anche la guerra ne ha, ha delle sue regole. Anche se non mi piace dirlo, perchè la vedo come una contraddizione. Mi preoccupa molto vedere che vengono uccisi non solo professionisti ma anche innocenti. Non so se sia un genocidio, comunque è un’etica di guerra a cui non siamo abituati“. Il Papa ha poi ricordato la sua visita all’ambasciata, nel secondo giorno di battaglia.
“Mi sono offerto di andarci. Il ministro Lavrov mi ha ringraziato, ma per il momento ovviamente non ne stanno tenendo conto“. Ma l’impegno della Santa Sede per la pace non si ferma: “Adesso come Vaticano stiamo facendo qualcosa di più diplomatico per vedere se si può ottenere qualcosa“. Un piano di pace? Bergoglio precisa: “No, è più un servizio di pace. Un desiderio di servire la pace“. Che potrebbe implicare anche una visita a Mosca? Francesco non lo esclude: “Non sto dicendo che sia possibile, ma non è nemmeno impossibile. Speriamo di poterlo fare. Non c’è nessuna promessa, niente. Ma quella porta non l’ho chiusa. Perchè, voglio dirlo, la guerra mi fa male“.