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Lazio-Spezia, quando iniziò la favola di Provedel

ROMA – Un’immagine, strappata dalla tv, durante il secondo tempo di Ungheria-Italia. Provedel seduto sulla panchina azzurra accanto ad Acerbi, sostituito nell’intervallo. È tornato in mente il film laziale degli ultimi cinque mesi e anche la curiosa staffetta tra il portiere friulano e il difensore appena preso dall’Inter. La notte del 30 aprile, con un gol in posizione irregolare, come avrebbero rilevato le immagini in ritardo, il Leone firmava in rimonta il gol del sorpasso e del 4-3, sancendo di fatto il quinto posto e la qualificazione al girone di Europa League. Si sarebbe congedato formalmente dalla Lazio dopo quattro mesi attraversando un’estate da separato in casa. Sapeva già, quella sera, di essere vicino all’addio. Provedel, invece, non poteva immaginare di aver provato a sbarrare la strada al suo futuro club. Parate e prodezze, al Picco prese tutto o quasi, finendo soltanto oltre la linea dell’ultimo difensore e di Acerbi in pieno recupero. Servono due avversari, non uno solo, per restare in posizione regolare. Pairetto e il Var rimasero ingannati.

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La scalata di Provedel

Sarri no, aveva visto giusto, apprezzando l’esplosività di Provedel tra i pali e il suo piede educato, dote diventata indispensabile nella costruzione dal basso. Portiere moderno e completo. Para e gioca con la difesa. Imbecca Milinkovic, apre su Marusic o Lazzari quando serve smistare il pallone sulle corsie laterali. Quasi un play arretrato, come ha dimostrato nelle prime nove partite della stagione. Il cartellino rosso di Maximiano, al debutto del 14 agosto, gli ha spianato la strada, anche se per la verità si sapeva: Mau aveva espresso la sua preferenza per Provedel, in panchina solo perché acquistato venti giorni dopo rispetto al portoghese. La concorrenza si è spenta subito. Il friulano si è preso il posto al volo e non lo ha più lasciato, catturando persino l’attenzione del ct Mancini, pronto a convocarlo per l’ultimo giro di Nations League accanto a Donnarumma, Meret e Vicario. Dietro a Gigio, tre portieri transitati dal vivaio dell’Udinese. La curiosità è che nessuno vanta il passato di Provedel, centravanti dei Giovanissimi e degli Allievi del Treviso sino all’età di 15 anni, capace di rimettersi in discussione e ricominciare da zero perché era attratto dai pali.

L’intreccio

La gavetta e la carriera in salita ora cominciano a premiarlo. Neppure la frattura della tibia nel 2018, quando giocava a Empoli, lo aveva fermato. Nella stagione successiva il club toscano prese Dragowski e cominciò l’alternanza tra i pali. Diventarono amici con il polacco ex Fiorentina, riserva di Szczesny. Si ritroveranno domenica all’Olimpico. In estate si scambiavano messaggi condividendo l’obiettivo. Provedel aspettava la Lazio e Dragowski, per prepararsi al Mondiale e non rimanere fermo, voleva il suo posto allo Spezia. Sarri, per la verità, aveva indicato Ivan nella rosa dei potenziali obiettivi per sostituire Reina e Strakosha a maggio. La trattativa, iniziata a luglio, sarebbe stata chiusa da Lotito, non senza tensioni, all’inizio di agosto. Una telenovela in cui il friulano, in scadenza di contratto, e il suo agente hanno mantenuto la parola. Non erano mancate altre offerte, compreso il Napoli di Giuntoli all’ultimo tuffo.

Sorpassi

La Lazio, per Ivan, era l’occasione della vita. A La Spezia lo avranno capito. È rimasto legato all’ambiente e ai tifosi liguri. «Due anni difficili e intensi, quanto indimenticabili per ciò che è stato fatto. Porterò sempre con me il calore e la passione della città, che mi ha fatto sentire a casa» scrisse nel messaggio d’addio. Doppia salvezza. Lo aveva voluto Italiano, gli erano bastate poche settimane per soffiare il posto a Zoet. Nell’estate 2021, complice il cambio di proprietà, gli venne chiesto di trovare un’altra sistemazione da Pecini, lo stesso che non dialogava con Lotito, oggi non più nella dirigenza ligure. Ivan decise di restare. Uno scherzo conquistare la stima di Thiago Motta e riprendersi il posto. La storia si è ripetuta alla Lazio.

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