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L’ennesimo bavaglio al giornalismo mette in allarme anche le radio libere

Vietato rilasciare dichiarazioni a una precisa emittente radiofonica indipendente, pena la revoca del permesso a visitare Alfredo Cospito, l’anarchico recluso in regime di 41-bis nel carcere di Sassari. È l’avviso, nero su bianco, che si è vista recapitare Angelica Milia, dottoressa personale del detenuto in sciopero della fame da quasi cento giorni. Il medico visita costantemente Cospito per sincerarsi delle sue condizioni di salute, in repentino peggioramento, e da circa un mese ogni settimana rilascia interviste a Radio Onda d’Urto di Brescia, una testata giornalistica indipendente regolarmente registrata e vicina ai movimenti sociali.

È forse quest’ultimo elemento ad aver indotto Carmen Forino, neodirigente del carcere Bancali di Sassari a scrivere la nota, con carta intestata del ministero della Giustizia – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, indirizzata a Milia.

Le motivazioni della minaccia di impedire future visite al detenuto riguardano il regime stesso di 41-bis, pensato per non far uscire comunicazioni all’esterno, ma il divieto rivolto ad una sola testata giornalistica ha il sapore della censura e ha scatenato le ire di Fnsi e Usigrai. In una nota i congiunta i sindacati dei giornalisti definiscono la vicenda una «ennesima aggressione alla libertà di stampa nel nostro paese» ed «esprimono preoccupazione per la situazione in atto», puntando il dito contro il ministro Carlo Nordio e le sue altre uscite ostili nei confronti della stampa.

La mobilitazione collettiva

Molte le attestazioni di solidarietà da parte di giuristi, scrittori, intellettuali e politici, tra cui l’ex senatore Luigi Manconi, arrivate a Radio Onda d’Urto, la quale ha già “violato” il bavaglio intervistando proprio Milia. La dottoressa si è detta allibita per quanto accaduto e ha aggiunto: «Io mi sono sempre limitata a esternare le condizioni di Alfredo da quando ha iniziato lo sciopero della fame, non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive».

Una volta scoppiato il caso, fonti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria hanno fatto sapere all’Ansa che in atto non ci sarebbe «nessuna censura», ma la «necessità di conciliare la libertà di espressione del medico con le finalità previste dal regime speciale dell’art. 41-bis» poiché nei giorni scorsi le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal sanitario sarebbero state segnalate all’autorità giudiziaria al fine di «valutare possibili violazioni».

Lo speciale radio

Al momento non è dato sapere quale siano queste «possibili violazioni», né perché la diffida a Milia riguardi esclusivamente Radio Onda d’Urto e non la stampa in generale.

Per garantire il diritto d’informazione sullo stato di salute di un detenuto da oltre tre mesi in sciopero della fame e la possibilità di discutere di carcere e 41-bis, un gruppo di emittenti, tra cui la stessa Radio Onda d’Urto, insieme a Radio Popolare, Radio Città Fujiko ed altre realtà dell’editoria indipendente in Italia stanno organizzando uno speciale radiofonico che verrà trasmesso in contemporanea alle 9.30 di venerdì 27 gennaio.

Alessandro Canella è il direttore di Radio Città Fujiko

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