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M5s e Pd attaccano prima del voto alla Manovra: “Schiavismo 2.0. Fa cassa sui poveri per dare soldi a chi non paga le tasse”

Una “imbarazzante improvvisazione” che ha portato all’approvazione di una manovra “iniqua e inadeguata”, tra smantellamento del reddito di cittadinanza e il ritorno dei voucher. Ovvero di “schiavismo 2.0”. È un attacco frontale quello che Pd e M5s portano al governo durante le dichiarazioni di voto sulla legge di Bilancio alla Camera, dove la fiducia è prevista in serata e l’approvazione definitiva all’alba del 24 dicembre dopo giorni di errori, ritorni in commissione Bilancio e necessità di correggere il testo attraverso emendamenti del governo a causa di numeri sbagliati nelle tabelle, come avvenuto nuovamente a poche ore dalla questione di fiducia.

Per il presidente dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, il governo ha dimostrato “improvvisazione” nello scrivere il provvedimento”più volte per interi pezzi”, partorendo alla fine “una manovra che è un coacervo e caotico inventario di misure sbagliate, errori macroscopici, retromarce fatte sulla pelle di famiglie e aziende in difficoltà”.

E alla fine, sottolinea Conte, “qualche applauso vi è arrivato dai falchi europei dell’austerità”. Un passaggio che diventa un affondo pesante: “Il vostro slogan non doveva essere ‘siamo pronti’, ma siamo proni”, ha rimarcato il leader M5s con un gioco di parole sul claim di Fratelli d’Italia durante la campagna elettorale accusando il governo di “andare in Ue con il cappello in mano”.

Debora Serracchiani, invece, attaccando su sanità, opzione donna, reddito di cittadinanza e redistribuzione della ricchezza ha parlato di una legge di Bilancio che è la “carta d’identità” della destra: “È iniqua e inadeguata a far fronte alle difficoltà del Paese. Dà a chi ha di più e toglie a chi ha di meno, manca di una visione del Paese e non investe sul futuro”, ha ribadito più volte. “Tagliate i finanziamenti a lotta alla povertà, fate cassa sui più poveri – è stato il suo ragionamento – per dare i soldi a chi le tasse non le paga”. E si è soffermata anche sul reddito di cittadinanza, smantellato dal governo: “Per noi va riformato ma non va eliminato come strumento di lotta alla povertà perché è l’unico strumento che c’è”.

La quasi cancellazione della misura bandiera dei Cinque Stelle è stata contestata pesantemente da Conte: “State creando le permesse di un grande disastro sociale e state compromettendo la coesione sociale, che è il tessuto connettivo della nostra società”, ha detto il presidente del M5s. A suo avviso, l’addio al reddito “unito all’indifferenza per le buste paga e il ricorso massiccio ai voucher” significa che “avete una visione distorta del mercato del lavoro. La riassumo in un concetto: schiavismo 2.0″.

L’Italia, ha poi aggiunto Serracchiani, “aveva bisogno non solo di ben altro, ma di tutt’altro: più coraggio, energia, visione, capacità di ascolto ma soprattutto più giustizia”. Per la capogruppo dem si tratta di una manovra “profondamente ingiusta” che attraverso “una decina di condoni” fa “cassa sui più poveri”. La destra, ha concluso, “considera la povertà una colpa, e questa è la manovra di bilancio politica che rappresenta la carta di identità della destra di governo”.

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Conte attacca Meloni: “Il vostro slogan ‘siamo pronti’? Più corretto ‘siamo proni’. Create le premesse per un grande disastro sociale”

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