Si scrive medicina rigenerativa, si legge rivoluzione nei trattamenti estetici. Le applicazioni di questa nuova branca sono infatti molte e l’impiego di materiali biologici avanzati come il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) o di tecniche come il lipofilling con cellule staminali adipose consente di rigenerare e ringiovanire i tessuti, con buoni risultati che hanno fatto ‘lievitare’ la richiesta di trattamenti di medicina estetica rigenerativa. Uno spazio importante nel 70° Congresso della Società di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), in corso a Napoli dal 6 all’8 ottobre è stato riservato proprio a questa nuova applicazione della medicina rigenerativa.
«Per medicina rigenerativa – spiega alle nostre telecamere il prof. Francesco D’Andrea, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica dell’Università Federico II di Napoli, oltre che Presidente del Congresso – si intendono numerose procedure che hanno in comune la capacità di stimolare l’attività metabolica dei tessuti e quindi favorirne un ringiovanimento. Può essere perciò applicata per contrastare l’invecchiamento di pelle e tessuti, per ‘riempire’ i volumi che perdono tono o per rimodellarli, con risultati anche molto buoni se viene usata nel modo corretto: questo ha portato la medicina rigenerativa a diventare la nuova frontiera dell’estetica e a essere molto diffusa, ma anche a impieghi impropri da parte di chi non ha le competenze necessarie e/o sufficienti a gestire i pazienti».
Assenza di normativa chiara e giungla del settore estetico
«Anche l’assenza di una chiara normativa in merito – prosegue D’Andrea – a cui per esempio la Regione Campania sta cercando di ovviare con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale ad hoc sulla medicina rigenerativa, ha favorito una diffusione tumultuosa delle tecniche nel settore estetico: non ci sono numeri certi, ma si stima che il ricorso a questi approcci sia in continuo aumento e sia cresciuto di almeno il 50% negli ultimi 10 anni, con il ‘record’ toccato nel 2021 con circa 30000 mila procedure di medicina rigenerativa. Il rischio, rivolgendosi a chi non ha le competenze per erogare trattamenti che sono in tutto e per tutto prestazioni mediche, è andare incontro a eventi avversi e complicanze che possono essere anche gravi, se per esempio gli interventi non vengono condotti in condizioni di sicurezza».
L’accento sull’importanza della formazione
«È solo attraverso una formazione adeguata e un aggiornamento costante – sottolinea D’Andrea – che riusciamo a garantire qualità dei risultati e sicurezza. Attraverso questo tipo di eventi riusciamo a fare formazione e informazione ma anche a dare attraverso sessioni specifiche un messaggio su come comunicare con l’utente finale sulla questione dell’abusivismo della professione che porta gravi danni. I social, su cui oggi si punta molto, non sempre danno un’informazione corretta, ecco perché è necessario verificare le competenze del professionista a cui si rivolge».
Le regole d’oro degli esperti per non correre rischi
Gli esperti, proprio per aiutare i cittadini a identificare medici estetici competenti, consigliano 5 semplici regole per giovare della medicina estetica senza correre i rischi:
- I trattamenti devono essere eseguiti da uno specialista in chirurgia plastica ed estetica, meglio ancora se socio di una Società scientifica di riferimento nel settore;
- I trattamenti devono essere erogati in strutture certificate, che rispondono a requisiti di sicurezza e igiene adeguati e non in studi ‘di fortuna’;
- I trattamenti devono essere personalizzati per ogni singolo caso;
- Attenzione massima al low-cost che propone trattamenti a prezzi molto bassi spesso non eseguiti da professionisti, perché lo specialista adopera materiali altamente professionali ed opera in strutture che implicano costi di gestione non irrisori;
- Non si ‘acquista’ su Internet o sui Social interventi che pubblicizzano risultati miracolosi.
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