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Pellegrini, la Lazio ha un piano ma c'è un nodo da superare: la situazione

ROMA – Dichiarazioni e manifestazioni di fede. Luca Pellegrini, difensore strenuo della lazialità, ha avuto poco tempo per dimostrare il valore calcistico, ma questi due mesi sono bastati per capire quanto la Lazio valga per lui. E le immagini finali del derby, lui che respinge l’assalto romanista, in particolare di Cristante, sono diventate un poster. Da qui a giugno si deciderà il suo futuro, dipende dalle condizioni. Il 22 giugno scadrà l’opzione del prestito, per esercitarlo vanno versati 12 milioni alla Juventus più eventuali premi. Non è l’unico nodo da sciogliere, va ridiscusso anche il suo ingaggio che dal primo luglio salirà a 3,5 milioni netti. È una cifra fuori portata per la Lazio, viene riconosciuta solo a Milinkovic (3 milioni più bonus) e Immobile (4 milioni più bonus). L’attuale stipendio è compartecipato, una minima parte è pagata dalla Lazio (era l’unico modo per ovviare ai vincoli dell’indice di liquidità), la parte restante è coperta dalla Juve e dall’Eintracht Francoforte, rimasto impelagato nel pagamento dopo il prestito di 6 mesi concluso a gennaio.

Gli scenari

Pellegrini ha già dimostrato di volere la Lazio fortemente concedendo un forte sconto sullo stipendio fino a giugno. Può venire ancora incontro a Lotito scontando una parte dei 3,5 milioni che gli spettano fino al 2025, data di scadenza del contratto con la Juve. Ma quanto sconto? Difficilmente scenderebbe sotto i 2,5 milioni ed è ancora una cifra alta. Gli altri terzini, da Marusic a Lazzari, tutti freschi di rinnovo, guadagnano intorno agli 1,7-1,8 milioni più bonus. L’unico che ne percepisce 2 è Hysaj, arrivato a parametro zero. Un contratto da 2,5 milioni è più vicino alla soglia raggiunta da Romagnoli. Entro metà giugno la Lazio e la Juve dovranno parlarsi per decidere il da farsi. Un’ipotesi è questa: rinnovare il prestito di una o due stagioni e convincere la Juve a partecipare all’ingaggio. Oppure, sempre in caso di prestito, Pellegrini deve riuscire a convincere la Juve a riconoscergli una forte buonuscita così da poter abbassare ulteriorimente l’ingaggio alla Lazio. C’è un’altra ipotesi: un forte sconto riconosciuto dalla Juve sul cartellino. Il problema è più dei bianconeri che della Lazio, l’esterno non rientra nei suoi piani e già in estate non ha trovato nessun club disposto a pagargli tutto lo stipendio. La situazione si riproporrà a luglio.

L’esempio

Pellegrini vive la Lazio come se non dovesse lasciarla mai, perderla sarebbe un duro colpo. Farà il possibile per aiutare la squadra nella corsa Champions e farà di tutto per convincere la Juve a trovare un accordo con Lotito. Nella conferenza di metà febbraio parlò con sicurezza: «Credo di avere le possibilità di convincere Sarri a puntare su di me. Sicuramente, conoscendo già il mister, qualche concetto lo conosco. La sua presenza è stata una motivazione ulteriore per far sì che io venissi qui. Sono io che devo dare una mano a Sarri a credere in me». L’atteggiamento è piaciuto e non è stato solo di facciata. Pellegrini ha esordito in Europa contro l’AZ (ad Alkmaar) dopo vari rinvii. In campionato non ha ancora giocato. Sarri stava per inserirlo nel derby, poi ha cambiato idea. Quando a fine partita ha raggiunto lui e Lazzari per spiegargli i motivi del mancato utilizzo la risposta è stata questa: «Mi hanno detto che non c’era bisogno di spiegazioni, questo è lo spirito che conta». Mau aveva spiegato che l’esordio ritardato di Pellegrini era dovuto al fatto che mai a gennaio aveva integrato difensori. Due mesi sono passati e altri due ne mancano alla conclusione della stagione. Luca Pellegrini si tiene pronto già per Monza. Marusic è squalificato, può toccare a Lazzari a destra e a Hysaj a sinistra. Sempre che non arrivi la prima vera chiamata nella Lazio da Champions.

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