ROMA – Alla vecchia volpe Sarri piace di tanto in tanto lanciare sassi nello stagno. L’aveva fatto nel post-Midtjylland, l’ha fatto nel pre-Graz. Prima parlando di “germe”, poi dicendo che la Lazio «non è ancora competitiva su tre fronti». Ha sempre corretto il tiro con scaltrezza, giovedì se l’è cavata dicendo «intendevo la cilindrata mentale». I dubbi sull’effettiva soddisfazione di Mau relativamente ad una parte del mercato rimangono. Non è un segreto il fatto che continui a spingere per avere un terzino sinistro e che da vice Immobile fatichi a riconoscere Cancellieri.
Le due Lazio
La campagna di rafforzamento record non può essere il problema. Sarri a Graz ha cambiato solo tre uomini rispetto allo Spezia (Hysaj, Gila e Pedro), ha confermato il trio titolare di centrocampo (Milinkovic, Cataldi, Luis Alberto) e ha insistito affinché Immobile rigiocasse. Le mosse non hanno pagato per quanto avrebbero potuto e dovuto. Sarri, nei momenti clou, tende ad affidarsi alle certezze, la classifica dei minutaggi scompone la Lazio in due tronconi. E’ vero che hanno giocato tutti in queste prime 11 partite stagionali (ad eccezione di Adamonis e Kamenovic, tra l’altro fuori lista Uefa), ma le differenze di impiego sono nitide. Ci sono 11 giocatori sopra la soglia dei 500 minuti di gioco e 11 sotto. Al primo gruppo appartengono Provedel (982’), Immobile (930’), Marusic (879’), Felipe Anderson (833’), Romagnoli (818’), Milinkovic (814’), Cataldi (775’), Zaccagni (727’), Patric (696’), Lazzari (604’) e Luis Alberto (571’). E’ il gruppo storico, impreziosito dagli inserimenti di Provedel e Romagnoli. L’altra Lazio comprende i giocatori impiegati meno di 500 minuti: Hysaj (431’), Vecino (421’), Pedro (322’), Gila (319’), Basic (157’), Marcos Antonio (150’), Casale (147’), Cancellieri (144’), Radu (66’), Romero (14’), Maximiano (6’). In più ci sono Kamenovic (0 minuti), Adamonis (0) e Bertini (0). Hysaj, Vecino, Pedro e Gila sono gli unici che hanno avuto spazio con una certa continuità tra campionato e Coppa, chi più e chi meno nelle due competizioni. Ci sono giocatori come Marcos Antonio, Casale e Cancellieri, arrivati in estate, che non sono entrati compiutamente nelle rotazioni. E in tre sono costati 23 milioni. A loro si aggiunge il baby Romero, a cui la società riconosce un buon valore tecnico, non solo in prospettiva.
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