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Sull’ambiente il governo Meloni è regredito agli anni Ottanta

C’erano voluti decenni per accoppiare il discorso su energia e clima all’interno del ministero della Transizione ecologica, nell’èra della sicurezza energetica, e nella visione di Meloni, cause e conseguenze tornano a essere due mondi diversi, come se fossimo negli anni Ottanta

Giorgia Meloni ha parlato di «ambientalismo ideologico», il suo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin aveva usato poco prima una formula più diretta: «Talebani del green». Accordo di Parigi e Green Deal sono probabilmente espressione di quello che la presidente del Consiglio definirebbe ideologia ambientalista. Meloni ha citato il filosofo britannico Roger Scruton: «L’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato, e chi verrà dopo di noi».

Quando il suo responsabile ambiente Nicola Procaccini aveva sfoderato la stessa citazione, il ragionamento proseguiva suggerendo che la visione dell’ecologia di destra si spinge fino al feto nel grembo materno. Meloni non si è spinta fin qui. Il problema dell’energia per il nuovo governo è solo di costi e approvvigionamento, nessuna menzione per le emissioni di gas serra e gli effetti sull’atmosfera.

C’erano voluti decenni per accoppiare il discorso su energia e clima all’interno del ministero della Transizione ecologica, nell’èra della sicurezza energetica, e nella visione di Meloni, cause e conseguenze tornano a essere due mondi diversi, come se fossimo negli anni Ottanta. Nel suo discorso ha parlato (poco) di emergenza climatica, citando le vittime nelle Marche (le conseguenze), ma ha anche riproposto l’illusione del gas nazionale come soluzione ai nostri problemi (le cause di quell’emergenza).

Nessuna menzione per il nucleare, dopo tante parole (soprattutto dei suoi alleati) in campagna elettorale, un passaggio quasi d’ufficio su rinnovabili e burocrazia, tante parole per le materie prime e le nuove dipendenze e una anche per la neutralità tecnologica: unendo i puntini si legge in controluce l’avversione per l’auto elettrica e l’abbandono di benzina e diesel tipici dell’imprenditoria italiana, di cui il governo ha promesso di sposare punti di vista e ragioni.

Infine, è significativo che la parte sull’impegno politico dei giovani sia arrivata proprio in coda al passaggio sull’ambiente, un modo per dire: mi aspetto che tanto conflitto nelle piazze arrivi proprio da quella direzione, dagli attivisti per il clima.

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