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Tor San Lorenzo come il Far West: rapine, furti, estorsioni e scippi. I residenti: ‘Prima o poi ci scappa il morto’

Tor San Lorenzo di Ardea terra di nessuno. O meglio, terra di conquista per malviventi di ogni razza e nazionalità. Rapine, furti, scippi. Ma anche estorsioni, a buon fine o tentate. Per non parlare di ciò che non viene denunciato, come l’usura. E, ovviamente, l’immancabile spaccio di sostanze stupefacenti. Ma quello che fa più paura ai cittadini è la microcriminalità, il timore di essere vittima dell’ennesimo episodio di violenza in un territorio fuori controllo.

Negozi e supermercati presi di mira

Negli ultimi giorni il supermercato TuoDì è stato preso di mira due volte. Al primo tentativo addirittura è stata “sciolta” la cassaforte, surriscaldata con la fiamma ossidrica. Trentotto fa il titolare di uno stabilimento balneare è stato oggetto di una rapina all’interno della sua abitazione: i malviventi, dopo essere entrati, lo hanno picchiato e gli hanno portato via gioielli e denaro in contanti. Una rapina quasi fotocopia a quella subita da un barista, sequestrato in casa, picchiato e derubato da due finti carabinieri. Anche l’Emporio Abate, di proprietà della famiglia del segretario PD Antonino Abate, è stato colpito dai ladri due volte in pochi giorni, nelle ultime settimane. “Entrano e rubano, in 10 minuti si sono portati via 6 mila euro di merce”, racconta il titolare del negozio. “Sono prevalentemente rom, qui è pieno: i negozi della zona sono i loro bancomat personali, li usano per fare rifornimento”.

Sempre Abate ha subito un tentativo di rapina nella sua abitazione in piena notte, sventato solo grazie al fatto che l’ex consigliere è in possesso di un’arma regolarmente dichiarata. A raccontarlo ai nostri microfoni è proprio il protagonista, che parla anche del clima di terrore che si è creato nel quartiere tra i cittadini.

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La rapina sventata

“Hanno suonato al campanello della mia abitazione alle 2:30 di notte, dicendo “Polizia, aprite!”. Essendo notte fonda, mi sono insospettito – racconta Abate – Gli ho quindi detto di mostrarmi i tesserini, rifiutandomi di aprire. Capendo che c’era qualcosa di strano. Non sapevo cosa dovevo aspettarmi, visto quello che era successo qualche giorno prima al barista rapinato. Appena ho detto così, hanno iniziato a dare calci alla porta, cercando di forzare l’ingresso e la finestra accanto. Allora ho preso la pistola e ho detto loro di essere armato, ma non hanno smesso. Ho dovuto aprire la porta quel tanto che consentiva il catenaccio: l’ho puntata verso di loro, dicendo che se non se ne andavano avrei sparato, per farli smettere. Solo così sono riuscito, alla fine, a mandarli via”.

Da quanto Abate è riuscito a ricostruire dall’accento, i due erano un italiano e uno straniero, presumibilmente romeno. La stessa coppia che dovrebbe aver agito nei confronti del titolare dello stabilimento balneare. Altri, invece, i banditi che hanno colpito nell’abitazione del barista, il quale ha dichiarato che i malviventi entrati nella sua abitazione erano sicuramente albanesi. 

Furti e scippi

Le rapine non sono i soli episodi di criminalità che affliggono il quartiere. L’altro ieri hanno rotto i vetri di un’auto per rubare all’interno. E qualche giorno fa un anziano è stato scippato del borsello e della catenina. Per porre un freno a questa escalation di violenza proprio Abate ha deciso di scrivere al Prefetto di Roma, elencando gli episodi di criminalità di cui è stato vittima recentemente in prima persona e riportando le sensazioni dei residenti.

Oltre che della rapina sventata, Abate ha parlato dei numerosi e dannosi furti alle sue attività e alla abitazione, ma anche di una tentata estorsione di cui è stato oggetto. “La notte tra il 17 e 18 novembre – racconta nella lettera indirizza al Prefetto – sono arrivati addirittura a tagliare e a rubarmi due cancelli di due mie abitazioni. Scippi e furti sono all’ordine del giorno. Ma la cosa peggiore è che ormai qui le rapine in abitazioni e furti nei negozi sono diventati una costante. Entrano nelle attività e con prepotenza e arroganza pretendono di rubare senza che ci si possa lamentare. La cittadinanza tutta vive nel terrore, le forze dell’ordine (numericamente poche per una città che supera i cinquantamila abitanti, con punte che toccano i centomila) sono ormai diventate ufficio burocrate per la sola raccolta denunce”.

“Qualcuno potrebbe farsi giustizia da solo”

Ardea – prosegue ancora Abate – è tutt’ora considerata territorio di confine. Quotidianamente raccolgo le preoccupazioni e paure della gente, clienti delle mie attività e colleghi commercianti. Personalmente ho deciso che non perderò più tempo a presentare denunce che a tutt’oggi, nonostante ne abbia presentate decine, non hanno avuto riscontro. Soltanto molte decine di migliaia di euro rubati. Quando un cittadino perde la fiducia nelle istituzioni, lo Stato ha fallito. Nonostante la mia grande delusione per l’assenza dello Stato ad Ardea, confido in un incontro tra le forze di polizia al fine di ristabilire un clima di serenità, per garantire a noi cittadini onesti incolumità fisica e giudiziaria, perché prima o poi ci potrebbe essere chi ritiene di farsi giustizia da soli“. 

A seguito di questa lettera, il Senatore Bruno Astorre ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta al Ministro dell’interno Piantedosi, per chiedere un intervento del Prefetto tramite il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica “al fine di ristabilire un clima di serenità e garantire ai cittadini una incolumità fisica e giudiziaria”.

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