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Gli ambientalisti intervengono dopo il via libera al primo tratto e annunciano che continueranno a vigilare anche sul secondo stralcio
TARQUINIA – Avevano ragione i comitati: il tracciato verde è stato bocciato e quello viola ha appena ottenuto il via libera, a distanza di quasi 20 anni, da quando gli ambientalisti lo avevano promosso e giudicato compatibile. A riprova di quanto tempo è stato perso inutilmente rispetto alla realizzazione della trasversale Orte Civitavecchia. Ora, a distanza di pochi giorni dal provvedimento di compatibilità ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, del 3 gennaio 2023, con cui si è dato il via al primo stralcio del completamento della superstrada Orte-Civitavecchia, prendono la parola le associazioni ambientaliste che rimarcano come avevano visto giusto già all’epoca annuciando la bocciatura del tracciato verde da parte del Tar con una nuova sentenza dello scorso 6 dicembre (la n. 16243) sul ricorso “in ottemperanza” presentato proprio dai comitati. Gli ambientalisti che tornano quindi a cantare vittoria assicurano anche che continueranno a vigilare «affinchè venga garantita la valutazione complessiva dell’impatto ambientale dell’intera opera infrastrutturale» che entro febbraio dovrebbe andare a bando. «Il cosiddetto tracciato verde non può più essere considerato un’alternativa possibile nel progetto di completamento della tratta Monte Romano-Est – Civitavecchia – dichiarano le associazioni Lipu, Wwf, Italia Nostra e Grig – Il provvedimento ministeriale ha giudicato positivamente il cosiddetto ‘tracciato viola’ che aveva già ottenuto la compatibilità ambientale con il decreto Via del 2004, ormai quasi venti anni fa, tracciato che le associazioni avevano sostenuto come possibile alternativa al ‘tracciato verde’. Questo conferma che le nostre azioni legali contro il ‘tracciato verde’ erano pienamente motivate – dichiarano Lipu, Wwf Italia, Italia Nostra e GrIG – Avrebbe provocato gravi danni all’ambiente e alle aziende agricole e turistiche della Valle del Mignone, che rientra nella bellissima Zps ‘comprensorio tolfetano-cerite-manziate’”, senza peraltro portare nessun beneficio alla città di Tarquinia, che non avrebbe neppure avuto uno svincolo dedicato, ma soltanto l’uscita all’altezza dell’autostrada Tirrenica». E l’impossibilità di approvare il ‘tracciato verde’ è stata ribadita anche dalla nuova sentenza del Tar Lazio (la n. 16243) emessa lo scorso 6 dicembre sul ricorso “in ottemperanza” presentato dalle stesse associazioni: «Una nuova sentenza, questa – commentano i comitati – che conferma, dunque, quanto già stabilito dallo stesso organo amministrativo lo scorso 5 ottobre 2021. Il ricorso in ottemperanza, presentato l’anno scorso – ricordano le associazioni – è stato realizzato “in quanto l’Anas, riprendendo l’iter autorizzativo per il primo stralcio dell’opera non identificava contestualmente anche il tracciato relativo al secondo stralcio, omettendo così una valutazione complessiva degli impatti ambientali e delle incidenze sui siti della Natura 2000 dell’intera tratta di completamento, parcellizzando sia la Via che la Vinca e rimandando a un tempo indefinito la progettazione del secondo lotto, senza neppure escludere le ipotesi più dannose, tra cui lo stesso tracciato verde”. L’attuale proposta di tracciato aggirerà a nord Monte Romano, ovvero dalla parte opposta rispetto al ‘tracciato verde’. Questa era dunque la soluzione più sensata, e per altro già approvata nel 2004, in grado di risolvere la strozzatura del famigerato arco di Monte Romano, che da anni limita un’adeguata viabilità su questo asse, senza danneggiare la biodiversità».Nella sentenza dello scorso 6 dicembre il Tar afferma che “dovendo procedere al completamento dell’asse viario (…) risulta logico riutilizzare un progetto che aveva già conseguito un giudizio di compatibilità ambientale”. Il giudice amministrativo ritiene dunque ammissibile la suddivisione in stralci ma solo perché, a suo giudizio, rientra nel progetto, finalizzato al completamento dell’opera, di un “recupero” del tracciato viola nella sua interezza. «Rimangono comunque ancora da risolvere due importanti questioni: – sottolineano i comitati – primo, in nessun documento di Anas messo a disposizione del pubblico si afferma che l’opera verrà completata riprendendo per intero il tracciato viola; secondo, il tracciato viola, pur valutato ambientalmente compatibile nel 2004, non è mai stato sottoposto a Valutazione di incidenza, oggi effettuata solo per il primo stralcio. Per ora la Valle del Mignone è salva – concludono Lipu, Wwf, Italia Nostra e GrIG – ma vigileremo in modo costante affinché la progettazione del secondo stralcio proceda all’identificazione dell’alternativa meno dannosa per habitat e specie e a una valutazione complessiva delle incidenze sul sito Natura 2000 tenendo conto degli impatti cumulativi dell’intera opera”.©RIPRODUZIONE RISERVATA