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Urbi et Orbi, Papa Francesco: “Guerra in Ucraina insensata, armi tacciano”

Urbi et Orbi con il pensiero all’Ucraina. Anche nel consueto messaggio natalizio, il Papa non dimentica le popolazioni martoriate dalle bombe. E, affacciato al balcone con vista su tutto il Vaticano, prima di impartire la propria benedizione a Roma e al mondo, ne approfitta per rivolgere un pensiero. In primis ai civili, che sono le vittime di questo conflitto. Ma anche ai contendenti, ai quali avanza l’ennesima richiesta di porre fine allo scempio e al massacro. Queste le parole pronunciate da Bergoglio.

Riempiamo lo sguardo dei volti dei fratelli e sorelle ucraini. La distruzione causata da dieci mesi di guerra li ha infatti costretti a vivere questo Natale al buio, al freddo e lontani dalle proprie case. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare tutti coloro che stanno soffrendo. E insieme illumini le menti dei potenti, affinchè facciano tacere subito le armi e pongano fine a questa guerra insensata. Si ascoltano solo le ragioni dettate dalle logiche del mondo. E la voce del Bambino chi la ascolta?“.

URBI ET ORBI, GLI ALTRI PENSIERI DEL PAPA

La mente del Santo Padre va però anche alle altre guerre che affliggono l’umanità. La sua denuncia arriva diretta a quella che definisce “la grave carestia di pace in altre regioni del mondo“. Tra esse, la Siria, dove, dice, “il conflitto è passato in secondo piano ma non è finito“, e la Terra Santa, in cui “nei mesi scorsi sono aumentati violenze e scontri, con morti e feriti“. E poi Libano, Sahel, Myanmair e Iran: contesti per i quali invoca il Signore affinchè “ispiri autorità e persone di buona volontà per pacificare le tensioni“.

Dalla guerra passa poi alla fame nel mondo, per la quale richiede un rafforzamento delle missioni di solidarietà. Evidenziando al contempo la contraddizione delle regioni ricche, le quali sprecano “grandi quantità di alimenti” e poi “spendono grandi risorse per le armi“. E le conseguenze sono “intere popolazioni a rischio carestia“. “Il cibo sia solo strumento di pace“, ammonisce. Puntando infine il dito contro l’indifferenza, verso profughi, emarginati e carcerati, che “guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani“.

Fabio Villani

Laureato alla Specialistica in Filologia Greca e Latina. Esordisco nel giornalismo durante un tirocinio universitario. Tra le mie passioni, calcio, cinema e musica

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