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Viterbo, Natale senza stipendio per 300 insegnanti precari

Trecento docenti senza stipendio dal mese di settembre. Sarà un Natale decisamente amaro, salvo sorprese dell’ultimo secondo, per i precari della scuola destinatari di supplenze brevi. Per i soliti problemi di natura tecnico-burocratica questi insegnanti dall’inizio dell’anno scolastico non hanno visto accreditato sul proprio conto nemmeno un centesimo. Di qui il crescente malumore, del quale si stanno facendo carico i sindacati, assediati dalle richieste di chiarimenti sulle cause dei ritardi.

“Come segretario sindacale – dichiara Brunella Marconi dello Snals – esprimo tutto il mio dissenso rispetto a un sistema che ritarda costantemente e ignora i diritti dei precari. Vorrei che il nostro governo fosse più consapevole del fatto che trascorrere il Natale senza stipendio è ancora più umiliante per lavoratori che scontano già la difficile condizione di precariato”.

La protesta sta salendo infatti con l’avvicinarsi delle festività, anche a causa della disparita di trattamento rispetto ai supplenti destinatari di un contratto annuale. Questi ultimi si sono visti già infatti accreditare sia lo stipendio di dicembre che la tredicesima. Non solo: sono già visibili su Noipa, il portale del ministero dell’Economia dedicato ai pagamenti dei dipendenti della pubblica amministrazione, i cedolini relativi agli arretrati, quelli che gli insegnanti devono percepire per effetto del recente rinnovo contrattuale. Per gli insegnanti di ruolo e per i precari di lungo corso si tratta di somme consistenti, che vanno dal 2019, anno di scadenza del contratto, a dicembre 2022, per i supplenti saltuari con poche annualità di servizio si tratta invece di briciole.

La disparità di trattamento negli stipendi è dovuta ai due diversi regimi di pagamento: la procedura relativa alle supplenze breve è molto più tortuosa: “Per questi insegnanti – continua Brunella Marconi – il pagamento dello stipendio funziona in questo modo: dopo la presa in servizio del docente, la segreteria scolastica inserisce i dati sul Sidi (il sistema informativo dell’istruzione, ndr). A questo punto la palla passa alla ragioneria dello Stato che, tramite gli ambiti territoriali, controlla i fondi e dispone i pagamenti. Se c’è un ritardo in uno solo di questi passaggi e non vengono ‘agganciati’ i vari flussi di pagamento del Mef, salta tutto. Ed è quello che sta accadendo. Fanno bene quindi i precari a protestare, è una situazione incresciosa. Speriamo possa aprirsi una nuova finestra di pagamento entro l’inizio delle feste, altrimenti per questi lavoratori sarà un Natale decisamente poco felice”. 

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