“Accoglietemi tra voi come padre, fratello e amico”. E’ uno dei passaggi della lettera che monsignor Orazio Francesco Piazza, nominato vescovo di Viterbo. “Il Santo Padre Francesco ha donato alla nostra Chiesa un nuovo Padre e Pastore nella persona di sua eccellenza monsignor Orazio Francesco Piazza, finora Vescovo di Sessa Aurunca”, ha scritto in una nota il vescovo uscente Lino Fumagalli in una nota diffusa intorno a mezzogiorno e mezzo. La nomina di monsignor Piazza è stata ufficializzata ieri mattina ma il nome del nuovo vescovo era già filtrato da giovedì sera. (Leggi qui il testo della lettera)
Ancora non ci sono date ufficiali circa il suo insediamento a Viterbo. “Ci vedremo il 18 alla al dicastero per la causa dei Santi – ha detto Fumagalli – poi sicuramente farà una visita a Viterbo”. Il diritto canonico prevede un tempo di due mesi per l’insediamento ma, ultimamente, come ha sottolineato Fumagalli c’è stata elasticità sui tempi come dimostra l’arrivo dell’ex vescovo di Rieti, monsignor Pompili, a Verona tre mesi dopo la nomina. A naso tutto potrebbe avvenire entro novembre ma, come detto, per adesso non ci sono date.
C’è invece la prima lettera con la quale il nuovo vescovo lancia un primo messaggio ai fedeli viterbesi: “Accoglietemi tra voi come Padre, fratello e amico, chiamato da Cristo a far crescere una Chiesa bella e gioiosa, esperta in umanità, capace di raccogliere uva anche tra le spine (Agostino); una Chiesa incarnata nel quotidiano, tra le sue difficoltà e attese. Misuriamo il cammino sul passo del più debole per sentire la fierezza di giungere, tutti e insieme, la meta di una umanità degna dell’amore incarnato”.
E’ Francesco Piazza il nuovo vescovo. La nomina
Poi monsignor Piazza lancia un primo messaggio di vicinanza la territorio: “Mi rivolgo a tutti voi: Sacerdoti, Diaconi, Seminaristi, Religiosi e Religiose, Laici delle varie Aggregazioni, Associazioni ecclesiali e Confraternite, impegnati quotidianamente nell’entusiasmante fatica del vangelo; a voi, fratelli e sorelle che portate il peso dei difficili settori del lavoro e dell’economia; a tutte le Istituzioni civili e militari chiamate all’impegno per la legalità, la giustizia e il bene comune; a chi è impegnato nel difficile ma necessario cammino della carità politica; a coloro che si dedicano, nella responsabilità istituzionale del servizio civile e sociale, a rendere praticabile una dignitosa qualità della vita; alla complessa realtà della formazione, nella scuola di ogni ordine e grado, nell’università e nella ricerca; al mondo della sanità, così provato da questo lungo periodo pandemico; agli uomini e donne del Volontariato che, con la loro generosità, non solo intervengono nei bisogni, ma sono consolazione che toglie dalla solitudine. A tutti voi, fin da ora, assicuro l’attenzione e la dedizione di una carità pastorale che non desidera altro che il vostro bene nel desiderio di tessere, la trama delle buone relazioni e dell’amicizia sociale”.