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Sfruttamento della prostituzione in centro, saltano ancora le testimonianze di due baby squillo. Sul banco degli imputati un 43enne rumeno che fu arrestato a maggio del 2015 in conclusione dell’operazione “Libertà” insieme a una coppia di connazionali, moglie e marito condannati con rito abbreviato a marzo dell’anno seguente rispettivamente a 7 anni e a 9 anni di reclusione.
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L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Mancini, deve rispondere di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Il 20 settembre durante l’udienza il collegio del Tribunale di Viterbo, presieduto dal giudice Eugenio Turco, ha ammesso l’acquisizione del verbale di sommarie informazioni relativo a una delle parti offese e ha concesso al pm Paola Conti, titolare del fascicolo, di proseguire le ricerche dell’altra parte offesa, ancora irreperibile.
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Dalle verifiche che gli inquirenti eseguirono all’epoca dei fatti emerse che l’imputato era il factotum del terzetto al quale competeva la supervisione dell’abitazione situata in uno stabile nel quartiere San Faustino. Si tornerà in aula il 13 dicembre.
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