Aveva 37 anni e due figli Marianna Triasko, la donna italo-ucraina, residente in Veneto da 14 anni, morta in Ucraina. Originaria di Ivano-Frankivsk, risiedeva a Villorba, nel trevigiano, ed era sposata con un italiano. Aveva due figli di 10 e 14 anni. A raccontare la storia è stato il Tgr Rai del Veneto. Quando è iniziato il conflitto è tornata in Ucraina.
L’ex sindaco di Villorba Marco Serena, contattato dall’Ansa, ha confermato che la donna risulta risiedere con la famiglia nel Comune trevigiano, ed è cittadina italiana. Pochi i riscontri sulla sua vita nella cittadina, che si trova alla periferia nord di Treviso. In base a quanto riportano alcuni media ucraini il corpo di Marianna sarà presto consegnato e sepolto nella sua terra natale. Gravemente ferita sul campo a causa di colpi di mortaio, per circa due giorni i medici hanno cercato di fare l’impossibile per salvarle la vita, ma la donna non ce l’ha fatta.
“Voleva essere utile ai nostri militari e all’Ucraina”, ha raccontato una sua amica, rivelando che Marianna dopo avere visto in televisione che c’era carenza di personale medico in Ucraina, non ha avuto alcuna esitazione a lasciare tutto e partire. “Ricordo il nostro primo incontro, parlava molto e sorrideva tutto il tempo, come se non avesse paura. I suoi fratelli erano orgogliosi di lei. Era sempre preoccupata per il loro benessere, sapeva come incoraggiare”. In molti nel suo villaggio che si trova nella regione di Ivano-Frankivsk continuano a conservare un bel ricordo di lei. “Marianna è cresciuta qui, è andata a scuola, poi ha lavorato in un ospedale locale, faceva il medico – precisa un suo conoscente al sito ucraino news.obozrevatel.com -. Circa 14 anni fa è andata a vivere e lavorare in Italia. Le sue due sorelle e la madre vivono lì, mentre suo fratello in Germania”.
Foto dal profilo Facebook
Sostieni ilfattoquotidiano.it:
portiamo avanti insieme le battaglie in cui crediamo!
Sostenere ilfattoquotidiano.it significa permetterci di continuare a pubblicare un giornale online ricco di notizie e approfondimenti.
Ma anche essere parte attiva di una comunità con idee, testimonianze e partecipazione. Sostienici ora.
Grazie
Articolo Precedente
Iran, la famiglia di Mahsa Amini denuncia gli agenti che l’hanno arrestata. La polizia: “Useremo tutta la nostra forza contro le proteste”