Le amputazioni di arti e/o tessuti rappresentano un problema serio per i Pazienti, che devono “ricostruirsi”. Come funziona il Management assistenziale in questo ambito e qual è il ruolo dell’Infermiere facilitatore verso il paziente amputato?
L’amputazione è presumibilmente uno dei più antichi atti chirurgici, sebbene nel tempo ne siano cambiate le cause, le indicazioni e i limiti. Attualmente, nel mondo occidentale, le principali cause d’amputazione sono rappresentate da patologie croniche degenerative vascolari, neoplasie e traumatismi come incidenti stradali, sul lavoro, domestici, sportivi.
L’arto amputato deriva dalla rimozione di una parte del corpo o di tessuto a seguito di un trauma fisico o di un intervento chirurgico; è un trauma violento e può verificarsi in maniera netta (per esempio un taglio) o in seguito a strappamento.
Arto amputato e accertamento infermieristico.
L’accertamento infermieristico può essere considerato come la fotografia del paziente amputato all’ingresso, consiste in una raccolta sistematica di dati volti a verificare lo stato di salute del paziente e identificare i suoi problemi reali o potenziali. Questo momento assistenziale rappresenta una componente molto importante del processo di nursing. L’accertamento infermieristico consiste nella raccolta, organizzazione, validazione e registrazione delle informazioni sulle condizioni di salute della persona.
Le informazioni sono raccolte attraverso l’osservazione, l’intervista, l’esame fisico, l’intuizione e molte altre fonti, inclusi pazienti, i familiari/caregiver, documentazioni sanitarie, altri componenti dell’équipe sanitaria e la revisione della letteratura. Lo scopo dell’accertamento infermieristico è di raccogliere dati sul paziente (individuo, famiglia o comunità) che possano essere usati nella diagnosi, nell’identificazione dei risultati attesi, nella pianificazione e nell’attuazione dell’assistenza. Senza dati dell’utente non si può parlare di assistenza personalizzata, ma cosa più preoccupante, si corre il rischio di dare assistenza rispondendo ai bisogni del personale e della struttura e non della persona ricoverata.
Piano assistenziale: cosa tenere conto?
Sulla base dei bisogni assistenziali del paziente amputato viene costruito un piano di assistenza personalizzato, con la formulazione di diagnosi infermieristiche, come ad esempio:
- ansia, correlata a insufficiente conoscenza della routine postoperatoria, delle sensazioni postoperatorie e delle tecniche per la deambulazione con le stampelle;
- rischio elevato di compromissione della mobilità, correlato a limitazione del movimento secondaria a dolore;
- rischio elevato di disturbo dell’immagine corporea, correlato a effetti negativi percepiti dell’amputazione sullo stile di vita;
- dolore, correlato a interruzione chirurgica di strutture corporee;
- deficit nella cura di sé, correlato a perdita di un arto;
- lutto e/o rischio di lutto complicato, correlato a perdita di una parte del corpo e conseguente disabilità.
Arto amputato e coping.
I risultati attesi dell’assistito possono essere centrati sui seguenti obiettivi: non provare dolore, compreso il dolore da arto fantasma (impiega mezzi per aumentare il benessere e attenuare il dolore, partecipa alle attività di cura personale e di riabilitazione, riferisce di non avere sensazioni da arto fantasma), la ferita guarisce normalmente, dimostra un miglioramento dell’immagine corporea ed attua efficaci strategie di coping (ritorna ai suoi contatti sociali, mostra fiducia nelle sue abilità, si prende cura di se autonomamente e non presenta complicanze).
Per affrontare un cambiamento come l’amputazione di un arto, è necessario poter contare su diversi punti di riferimento quali: infermiere, medico, psicologo, famigliari/caregiver, persone che condividono la stessa condizione di vita.
L’infermiere diviene una figura fondamentale per riorganizzare la vita della persona amputata ed aiutarlo ad adottare strategie di coping efficaci.