«La Lega dell’Ombra ha infiltrato tutti i livelli di governo, dalle amministrazioni locali fino alle organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite. Questa organizzazione è in grado di influenzare la politica, l’economia e la cultura di tutto il mondo, manipolando la realtà a proprio vantaggio».
ChatGPT e infodemia
A leggere queste parole per la prima volta si può pensare di essere davanti alla sinossi di un videogioco, invece si tratta della teoria cospirazionista elaborata da ChatGPT, il nuovo strumento d’intelligenza artificiale che sta spopolando in rete. Dalla sua comparsa ChatGPT ha innescato un fitto dibattito sul suo impatto nella società, soprattutto per quanto riguarda la capacità dei sistemi di intelligenza artificiale di produrre contenuti fittizi e di conseguenza di diffondere fake news e disinformazione, anche in tema di salute, e di alimentare infodemia e confusione per i cittadini. Pochi giorni prima della decisione del Garante della Privacy di bloccare l’accesso al servizio in Italia, l’abbiamo messo alla prova chiedendogli di elaborare «una teoria cospirazionista che abbia la potenzialità di diffondersi online».
Bias cognitivi
La ChatGPT o Chat Generative Pre-trained Transformer, traducibile in “trasformatore pre-istruito generatore di conversazioni”, è un modello di chatbot basato sull’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico. ChatGPT attinge ad un immenso archivio tratto da libri, contenuti web, articoli e altro materiale per simulare conversazioni umane. Il nuovo servizio tecnologico è stato sviluppato da OpenAI, società di ricerca e implementazione dell’intelligenza artificiale guidata da Sam Altman e finanziata, tra i tanti, da Elon Musk e dall’acceleratore di startup più noto degli Stati Uniti, Y Combinator (1). Il nuovo software può quindi far riferimento al tanto materiale pubblicato in rete, ai manuali di psicologia e di neuromarketing per rispondere alla domanda che gli abbiamo sottoposto. Del resto, il complotto sviluppato da ChatGPT è un esempio accademico di come possono essere utilizzati i bias cognitivi per realizzare un racconto «privo di fondamento» e, come sottolinea ChatGPT in premessa alla risposta, basato «su presunte connessioni tra eventi apparentemente casuali, che vengono collegate senza una reale evidenza».
Teorie consuete
Lo scenario previsto dal software d’intelligenza artificiale ricalca le teorie del complotto più comuni: «In molti Paesi, il governo ha accesso a tecnologie avanzate che consentono di manipolare la realtà e controllare le menti delle persone. Queste tecnologie sono state sviluppate in segreto da una cabala di scienziati e ingegneri, che le hanno testate su una vasta gamma di soggetti umani». La paura per una nuova tecnologia in grado di «controllare le menti delle persone» è alla base delle teorie complottiste che demonizzano le reti di telefonia mobile di quinta generazione o più comunemente conosciute come 5g, ma ne sono stati vittima anche i vaccini e in particolare quelli sviluppati per contrastare il Covid-19 (2). Anche la «cabala di scienziati e ingegneri» e le preoccupazioni di esser diventati cavie da laboratorio sono argomenti utilizzati nelle ultime teorie diffuse durante la pandemia da Covid-19. Ma perché questi elementi sono comuni a così tante teorie del complotto? La risposta si trova nei livelli di percezione del rischio accettabili per la società. Ogni nuova tecnologia o ricerca scientifica porta con sé possibili effetti collaterali. Ebbene questo rischio non naturale come può esserlo una malattia o una catastrofe naturale, bensì generato dall’uomo è percepito come un rischio ingiusto (3).
Realismo ingenuo
La teoria cospirazionista elaborata da ChatGPT utilizza una tecnica ad alto coinvolgimento e bassa resistenza: «Le prove di questa teoria del complotto sono nascoste in vista di tutti, ma solo coloro che hanno gli occhi aperti possono vederle». La richiesta implicita è quindi quella di un atteggiamento proattivo. Gli utenti sono invitati a verificare autonomamente la veridicità del complotto, dopo aver comunque istillato il dubbio della sua esistenza. Il riferimento alla «comunità di svegliati», gli unici in grado di vedere la “verità”, fa leva invece sul bias cognitivo conosciuto come “realismo ingenuo”, ovvero la convinzione di osservare la realtà in modo oggettivo a differenza delle altre persone che consideriamo irrazionali, disinformate e prevenute. Inoltre, la teoria elaborata dalla chatbot alimenta anche quel senso di accerchiamento comune tra i complottisti evidenziando il ruolo attivo dei mass media nel nascondere la Lega dell’Ombra.
Un vaccino contro la disinformazione
In chiusura della teoria cospirazionista, è la stessa ChatGPT a indicare esplicitamente la strategia della “vittima sacrificale”, una sottocategoria di uno schema ricorrente in molti filoni di disinformazione o negazionismo scientifico codificato dall’acronimo Flicc (Fake experts, logical fallacies, impossible expectations, cherry picking, and conspiracy theories) (4). Siamo di fronte a distorsioni cognitive a cui siamo esposti tutti i giorni: dall’architetto epidemiologo per passione o al medico radiato ma che continua a divulgare disinformazione (falsi esperti), l’accostamento di eventi senza nessuna connessione ma a cui viene attribuito un legame di causa-effetto (errori logici) o l’aspettativa impossibile del rischio zero in medicina, sono alcuni esempi dei Flicc. C’è poi il Cherry picking, in italiano “raccolta delle ciliegie”, un’espressione che indica l’attitudine da parte di un individuo a ignorare tutte le prove che potrebbero confutare una propria tesi evidenziando solo quelle a suo favore; infine, le teorie del complotto da cui deriva proprio il bias della vittima perseguitata. Concludendo, la risposta di ChatGPT dimostra ancora una volta come le teorie cospirazioniste seguono schemi ricorrenti che si basano sulle distorsioni legate alla percezione del rischio e ai bias cognitivi che caratterizzano l’essere umano. Diffondere la conoscenza su queste tecniche permette quindi di individuarle precocemente e contrastarle. Una sorta di vaccino contro la disinformazione.
Articolo a cura di Diana Romersi – Giornalista e Infodemic manager accreditata OMS
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(1) Arcangelo Rociola – Storia di OpenAI, la società fondata da Musk e Altman dietro il fenomeno ChatGPT. Repubblica 15 gennaio 2023 https://www.repubblica.it/tecnologia/2023/01/15/news/openai_chatgpt_storia_musk_altman-383409890/
(2) Arnaldo Iodice – QAnon, 5G, Bill Gates e la pandemia che non esiste. Viaggio nella mente del complottista. SanitàInformazione.it – 11settembre 2020
https://www.sanitainformazione.it/mondo/qanon-5g-bill-gates-e-la-pandemia-che-non-esiste-viaggio-nella-mente-del-complottista/
(2) Andrea Daniele Signorelli – Le 10 teorie del complotto più folli nel 2021. Wired. 22 dicembre 2021 https://www.wired.it/gallery/complotto-teorie-folli-2021/
(3) Sturloni G. – La comunicazione del rischio per la salute e per l’ambiente. Milano: Mondadori, 2018.
(4) Cook J. – A history of FLICC: the 5 techniques of science denial. Cranky Uncle, 24 March 2020