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Gran Bretagna, governo e sindacati della sanità raggiungono un accordo sugli stipendi dopo mesi di scioperi – Il Fatto Quotidiano

Da mesi sono in corso scioperi nel settore della sanità: con operazioni cancellate e visite saltate. Un confronto durissimo tra sindacati e governo in cui sembrava non si potesse trovare un accordo. Oggi l’esecutivo conservatore ha raggiunto un’intesa con le union della sanità in Inghilterra che rappresentano diverse categorie, inclusi gli infermieri e gli addetti alle ambulanze, dopo aver presentato una nuova offerta salariale. È ora previsto il voto degli iscritti delle union per porre fine alla lunga vertenza in corso nell’Nhs, il servizio sanitario pubblico. L’offerta, come ha sottolineato il ministro della Sanità Stephen Barclay, prevede un aumento di stipendio del 5% a partire da aprile e un pagamento una tantum di almeno 1.655 sterline per integrare la retribuzione dell’anno precedente.

L’offerta del governo di Rishi Sunak è stata possibile mettendo sul tavolo 2,5 miliardi di sterline in più per l’aumento dei salari chiesto a gran voce dai dipendenti della sanità per l’adeguamento al caro vita. Per questo hanno condotto nei mesi scorsi una campagna di protesta con numerosi scioperi capaci di portare la paralisi in un Nhs già alle prese con problemi strutturali cronici e liste d’attesa sempre più lunghe. Quasi tutti i sindacati partecipanti ai lunghi e difficili negoziati – tra cui i tre maggiori del settore, il Royal College of Nursing (Rcn), Unison e Gmb – hanno raccomandato ai loro iscritti di votare in favore dell’accordo. Fra le categorie rappresentate, oltre a infermieri e operatori delle ambulanze, ci sono fisioterapisti, ostetriche e addetti alle pulizie. Sono esclusi i medici, che hanno un contratto diverso.

Il ministro nel presentare l’offerta ha affermato che si tratta di un “equo aumento salariale” capace anche di proteggere l’economia dal rischio di una spirale inflazionistica. L’accordo, oltre a segnare un approccio del tutto diverso da parte del governo rispetto al muro contro muro dei mesi scorsi, è stato possibile anche dopo le stime positive sull’aumento dei prezzi annunciate ieri dal cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt con la manovra finanziaria di primavera. L’inflazione nel Regno Unito dal 10,7% attuale è destinata a scendere al 2,9% entro la fine dell’anno.
Soddisfazione per l’intesa è stata espressa da Pat Cullen, la combattiva responsabile del Royal College of Nursing, il sindacato di riferimento degli infermieri: “Gli iscritti hanno preso la decisione più difficile di scioperare e credo che oggi siano stati ripagati”. La campagna di protesta delle union è stata quindi sospesa in attesa che si esprimano gli iscritti.

Nei giorni scorsi fa invece era partito uno sciopero di ben tre giorni consecutivi dei cosiddetti junior doctor dell’Inghilterra: i giovani medici già qualificati che esercitano mentre fanno la pratica post-laurea in cambio di stipendi mediamente modesti negli ospedali del servizio sanitario nazionale (Nhs). Una agitazione tra le più vaste del personale medico nella storia della sanità britannica, lanciata per chiedere un aumento di paga del 35%.

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