LATINA – Il prossimo sabato 10 settembre, alle ore 18.30 nella cattedrale di San Marco a Latina, il vescovo Mariano Crociata ordinerà sei nuovi diaconi permanenti, che si vanno ad aggiungere agli altri ventisette componenti del Collegio diaconale pontino. Si tratta di Massimo Cacioppo, 54 anni, dalla Parrocchia di San Giuseppe a Borgo Flora (Cisterna di Latina); Giuseppe Cardinali, 66 anni, dalla Parrocchia di San Valentino a Cisterna di Latina; Domenico Antonio Cittarelli, 68 anni e Alessandro Frateschi, 48 anni, dalla Parrocchia di San Domenico Savio, Terracina; Carlo Coco, 67 anni d’età, dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo a Maenza; Lorenzo Puca, 66 anni, dalla Parrocchia di Santa Domitilla di Latina.
La loro peculiarità – si legge in una nota della Curia – sta nel fatto che sono tutti con figli, se non già anche con nipoti, e con un vissuto di lunghe storie di famiglia e di rapporto coniugale che arricchiranno il loro servizio pastorale. A ciò va aggiunta anche l’esperienza professionale maturata negli ambiti più diversi, come l’impiego nella grande distribuzione, il lavoro di artigiano, l’insegnamento della religione cattolica a scuola, il mondo militare, gli enti locali. Importanti sono anche le esperienze di servizio ecclesiale perché la vocazione diaconale nasce e matura proprio nelle comunità parrocchiali di origine. Così c’è chi si occupa da anni di coordinare le attività dell’Unitalsi, i servizi della Caritas, i servizi liturgici e le catechesi come anche portare la Comunione ai malati.
CHE COSA E’ IL DIACONATO – Il diaconato è uno dei tre gradi del Sacramento dell’Ordine Sacro, è finalizzato all’aiuto e al servizio degli altri due gradi – presbiterato ed episcopato – che, invece, hanno un carattere sacerdotale. Nel caso specifico si tratta di diaconato permanente, cui possono accedere i celibi, i coniugati o i vedovi che non devono diventare sacerdoti. Nella diocesi pontina il ministero dei diaconi permanenti è regolato da un Direttorio, il quale raccoglie le indicazioni pratiche che regolano il percorso di discernimento e formativo, la cui «età minima è di 21 anni per l’aspirante celibe e di 31 anni per l’aspirante coniugato, il quale deve essere sposato da almeno 5 anni. Anche il candidato vedovo deve avere almeno 31 anni. L’età massima di ammissione al cammino formativo, per tutti, è di 50 anni.