Roma Capoccia
Dalla Villa Borghese astratta di De Kooning agli ulivi di Yoko Ono, il museo riscopre il belpaese. Intanto, alla Festa del cinema di Roma c’è la fumettista, regista e sceneggiatrice iraniana Marjane Satrapi
Roma è omaggiata persino al Guggenheim Museum di Bilbao, che festeggia i suoi 25 anni in grande stile con il suo “creatore” Frank Gehry, una cena di gala con tre grandi chef, un’enorme tela di Mark Rothko dai colori giallorossi, la Villa Borghese un po’ astratta di Willem De Kooning, l’albero di olivo di Yoko Ono e la Napoli/romana di Haring che amava la nostra città come Kiefer, tra i protagonisti della mostra commemorativa Sezioni/Intersezioni.
Ci sono anche i sacchi di iuta di Kounellis e tra i ricordi anche i Frammenti di Kentridge i cui murales, sul lungotevere, in condizioni pessime, sono finiti nel dimenticatoio tra Triumphs and Laments, per citarlo. Alla Festa del cinema di Roma c’è Marjane Satrapi, si presenta The Fabelmans di Spielberg grazie ad Alice nella città e L’Ombra del Caravaggio con Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni e Lolita Chammah, tutti sul red carpet con Michele Placido. Michelangelo Merisi venne qui, dice il regista, perché “era un pianeta di grandi ricchezze e grandissime povertà, poteri forti e immense servitù, denaro a fiumi nei palazzi e un popolo che muore di fame”. All’epoca, però, come giustamente aggiunge, “era il centro del mondo”. E ora?