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LATINA – Le detenute del carcere di Latina salutano la direttrice Nadia Fontana,  trasferita a Rebibbia femminile, presentando i lavori realizzati durante il Laboratorio di Arte Solidale della Casa Circondariale di Latina, che si svolge sotto la direzione dell’artista Giuliana Bocconcello.  Il più importante è il  murales dal titolo “Percorsi Raccontati”, lungo 30 metri, arricchito da opere in terracotta, che ha richiesto mesi di lavoro e ha trasformato le pareti del carcere in un racconto della vita delle detenute: dalle 14 celle fino al ritorno in libertà.

Altri lavori  che hanno portato bellezza e colore tra le pareti della sezione femminile, grazie alla fornitura di materiali e attrezzature da parte di aziende del territorio, sono la “Stanza dei girasoli” per gli incontri individuali con gli educatori e gli psicologi, i quadri che abbelliscono gli spazi dei colloqui con i familiari,  i corridoi colorati  e il restyling delle  panchine nei passeggi.

Le aziende che hanno dotano i materiali son Mapei, Loggia, Edilcommerciale Destro e Ferramenta Sezzi.

Così le detenute raccontano il murales. Il testo integrale della lettera:

« Tutto ebbe inizio – hanno spiegato E., F. e P. – da una riunione del G.O.T. (commissione di Gruppo Osservazione e Trattamento). Siamo state scelte noi tre per questo progetto artistico, per rappresentare artisticamente, le donne detenute in questo carcere. Ci teniamo a precisare che siamo state molto entusiaste e gratificate di svolgere questo lavoro, che ci ha unito in un’unica arte, che racconta la storia di gente che entra e gente che esce dal carcere. Il nostro percorso, sebbene sofferto è la prova che si può cambiare, si può maturare e si può spendere del tempo lasciando un’impronta positiva per chi vive questo posto. E’ un modo per far capire di non smettere di sperare, perché un buon percorso ti permette di cambiare. Il nostro murales chiamato “Percorso Raccontato”, è realizzato con tecniche pittoriche, (figure femminili stilizzate in bianco) ed elementi in terracotta (cuori e facce). Inizia da due donne che si interfacciano tra di loro con due cuori “speciali ‘’, uno che simboleggia l’artista Giuliana Bocconcello, ideatrice del progetto e nostra insegnante d’arte; il secondo cuore è un omaggio alle cinque aree della Casa Circondariale di Latina (Educativa, Direzione, Ragioneria, Sicurezza e Segreteria). Il murales, lungo trenta metri, racconta nelle prime tre pareti di fasce/ocra di 14 donne che rappresentano il numero di celle presenti per ogni sezione. Poi ci sono 4 pareti di fasce/bianche da 45 volti in terracotta che simboleggiano i 45 giorni in più o in meno in base alla condotta. In queste facce ne troveremo 4 di colore diverso che rappresentano il 4 Bis (art. che rende più restrittiva la vita detentiva e impedisce la fruizione dei benefici di legge alternativi alla detenzione carceraria). Ognuna di queste donne non parla con la bocca bensì con il proprio cuore. Nell’ultima parete ocra le donne non sono più 14, ma bensì 13, come il numero delle colombe presenti nel murales che simboleggiano la Matricola, (portatrice di notizie Giuridiche e Processuali). Come dicevamo, nell’ultima rappresentazione del murales le donne raffigurate sono 13, delle quali 3 si preparano Detenute Liberanti verso l’uscita accompagnate da 2 donne “Ieratiche” (sacerdotesse, figure austere, solenni, rigorose). Le tre donne dirette verso l’uscita sono portatrici di 3 cuori bianchi colorati, esempi di cambiamento, a differenza da tutti gli altri cuori in terracotta, simboleggiano la provenienza delle proprie origini geografiche e che però tra loro li rende tutti uguali, poiché nonostante veniamo da regioni diverse non c’è differenza, perché abbiamo tutte e tutti lo stesso cuore. La struttura del murales è molto significativa e importante perché non è stato lasciato niente a caso, in quanto ci sono queste Donne che, pensanti, riflettono chi con se stesse e chi con altre, ci sono anche quelle che guardano al cielo e sognano. Le tredici colombe sono strutturate in maniera tale da raffigurare sia l’entrata che l’uscita dal carcere, che si evince dalla direzione del loro volo. E le 2 sacerdotesse racchiudono nel loro grembo 28 fiori che raffigurano gli alloggi della sezione femminile, alla fine del percorso ci accompagnano verso l’uscita, contenitori di emozioni e portatrici di un vento di LIBERTA’». 

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