mecozzi,-il-brusco-risveglio-dopo-un-pranzo-indigesto

Mecozzi, il brusco risveglio dopo un pranzo indigesto

Mentre Ernesto Tedesco, politicamente, è già uno zombie che cammina, intorno a lui cominciano a cadere anche i suoi principali sostenitori, con i loro sogni di gloria che si infrangono giorno dopo giorno.

Lo tsunami che si sta per abbattere su ciò che resta della maggioranza intorno a Tedesco deriva dalla rottura – secondo alcuni ormai insanabile, proprio come i vasi di coccio di cui abbiamo scritto la scorsa settimana – tra il sindaco ed il suo (ex) nume tutelare, l’imprenditore Roberto Serafini, da più definito anche come (ex?) capo carismatico del Polo Dem di Mirko Mecozzi.

Il primo a fare le spese della fine del rapporto di amicizia che aveva portato Tedesco a diventare sindaco dopo 15 anni di oblio e lontananza dalla politica, pare sia stato proprio Mecozzi.

Una settimana fa, di ritorno da una missione romana dal gran capo della Lega regionale, Claudio Durigon, insieme al segretario politico del Polo Dem, Mirko Cerrone, Mecozzi festeggiava la sua candidatura regionale con il carroccio.

Nonostante l’altro Mirko, il “professore”, dall’alto del suo acume politico di scuola democristiana non fosse troppo (anzi, a dire il vero forse per nulla) entusiasta dell’esito della riunione, Mecozzi sprizzava entusiasmo da ogni poro: il suo sogno di una candidatura regionale si stava avverando.

Nel giro di pochi giorni, però, il sogno si è trasformato nell’incubo di vedere tutto in frantumi.

Il paventato passaggio di Emanuela Mari da Forza Italia a Fratelli d’Italia (a proposito di chi pensa di usare i partiti come taxi) ha infatti infranto gli ormai esili equilibri su cui si regge la maggioranza di Tedesco, che invece – forse leggendolo nel suo oroscopo – ha creduto di potersi addirittura rafforzare con una entrata della coppia Mari-Cacciapuoti tra i meloniani, che gli è stata venduta come utile a riportare in maggioranza il partito cacciato due anni fa dagli stessi Mari, Cacciapuoti, Perello e compagnia cantante.

Una maionese impazzita dunque, finita nel ventilatore del Pincio da cui sono iniziati a partire i primi schizzi, non solo di maionese.

Perdurando la solita ignavia del primo cittadino, che però nei prossimi giorni si troverà di fronte la per lui amara realtà di dover compiere una scelta, il primo segnale forte e chiaro è arrivato proprio a Mecozzi.

Venerdì infatti all’ora di pranzo si sono concretizzati due eventi apparentemente scollegati tra loro, ma di non trascurabile significato politico.

Da una parte è arrivato il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, per incontrare gli amministratori locali azzurri, tra cui non c’era Emanuela Mari, secondo qualcuno incontrata separatamente. Dall’altra, sul lungomare, il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini, che ha incrociato i calici con il suo collega di Città Metropolitana e del Pincio Antonio Giammusso (e fin qui nulla di strano) ma soprattutto con Serafini, presentatosi con il presidente dell’Osservatorio ambientale Ivano Iacomelli. Per molti questo pranzo non significherà nulla. Ma c’è da giurare che sarà stato sicuramente indiges

to per qualcuno che non era seduto a quella tavola. Mecozzi, che non ha mai fatto mistero di puntare alla Pisana, si è svegliato improvvisamente solo. La resa dei conti, che durerà almeno fino al 12 febbraio, è appena iniziata.

E come si dice in città, sempre politicamente parlando, “sono messe da morto”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Related Posts