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No al fossile Civitavecchia: ”No al ritorno del carbone”

CIVITAVECCHIA – “Il risultato è questo: siamo nel 2022, i falliti parlano di lotta al cambiamento climatico, ma intanto lavorano ancora a tutto carbone mentre i normali cittadini pagano sempre bollette esorbitanti. Vergognoso”. No al fossile Civitavecchia si dice preoccupato per la firma, a breve, del nuovo decreto da parte del ministro Cingolani in tema di energia.

“Tutto pronto, per affrontare la crisi causata dalle forniture intermittenti di gas russo si pensa già di ricorrere a uno dei combustibili meno ecologici e più climalteranti che c’è in circolazione: parliamo ovviamente del carbone – spiegano – secondo fonti bene informate – riprese già da molti organi di informazione nazionale – il ministro Roberto Cingolani sarebbe pronto a firmare ad horas l’atto che aumenta la potenza produttiva di almeno quattro centrali che utilizzano carbone. Si tratta di due impianti Enel (Civitavecchia e Brindisi), di uno di A2a (Monfalcone) e di uno di Ep Produzione (Fusina). E, se il flusso di gas da Mosca si dovesse completamente bloccare, si potrebbe addirittura potenziare anche la centrale Enel di Termini Imerese. Un salto nel passato e nel vuoto che sancisce definitivamente il fallimento di un’intera classe politica impegnata per decenni a difendere gli interessi delle grandi multinazionali del fossile e mai realmente interessata ad investire seriamente sulle rinnovabili”.

CINGOLANI – «Abbiamo un piano di risparmio gas che è molto semplice: ogni 8 Gw di rinnovabili risparmiamo 2 miliardi di mc; se diminuiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, a casa, risparmiamo altri 2 miliardi circa di mc; se proroghiamo il phase out delle centrali a carbone di un anno, compensando quel po’ di CO2emessa in più con le rinnovabili, abbiamo altri 2 miliardi di mc di gas risparmiati. Con il biogas e il biometano e tutte le nuove rinnovabili si parte da mezzo miliardo di mc risparmiati subito, entro un anno, a 1,5 a regime. Purtroppo dobbiamo essere realistici, il quadro internazionale è instabile e speriamo che ci siano miglioramenti, ma con questi numeri», dagli stoccaggi al piano di risparmio alle diversificazioni, «non dovrebbe esserci ragione di fare un razionamento, come probabilmente ci sarà i altri Paesi. I numeriche abbiamo sono i migliori in Europa». Così il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani in occasione della conferenza stampa a seguito del Consiglio dei ministri dell’altra sera.

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