Roma. L’ospedale, che dovrebbe essere il luogo ”sicuro” per antonomasia, questa volta, è stato il teatro di un evento terrificante, macabro e inaspettato. Una ragazza di appena 20 anni all’alba di ieri si è presentata al pronto soccorso del Policlinico Umberto I e ha denunciato di aver subito uno stupro all’interno delle mura del nosocomio. Un episodio gravissimo, che ha letteralmente sconvolto e sconcertato l’intera comunità ospedaliera. Secondo il racconto della vittima, la violenza sessuale si sarebbe consumata in piena notte, tra le mura del polo sanitario di Roma, nello sgabuzzino delle scope. Il tutto sarebbe avvenuto nel cuore della notte, quando quasi tutti i pazienti dell’ospedale sono tra le braccia del sonno. Una scusa banale, e la giovane 20enne ci casca. Poi, l’invito ad entrare nello sgabuzzino del reparto. E poi, il buio totale. Lei non aveva più vie di fuga. La ragazza non riesce a chiedere aiuto finché l’atto non si è del tutto consumato, lì dove vengono conservate scope e lenzuola da spedire in lavanderia. Dopo l’incubo, la ragazza corre subito verso il pronto soccorso per chiedere aiuto, ove i medici di turno attivano immediatamente il percorso rosa per le vittime di violenza sessuale.
Stagista stuprata in ospedale nello sgabuzzino delle scope
Il racconto fatto a mente fredda è agghiacciante, ed è riportato anche da la Repubblica e per questo, ora, un infermiere del Policlinico Umberto I di Roma è accusato di violenza sessuale nei confronti di una tirocinante di soli 20 anni. La testimonianza della ragazza afferma che il fatto violento sarebbe avvenuto precisamente le mura del padiglione 29 al terzo piano, nel reparto di Urologia. Il presunto stupratore, un infermiere di 55 anni, l’avrebbe invitata ad entrare in uno sgabuzzino del reparto, per poi chiuderla dentro e abusare di lei con ferocia. Dopo il macabro racconto della 20enne, gli agenti del commissariato interno de La Sapienza sono giunti sul posto per i rilievi e le indagini. Immediatamente hanno acquisito la cartella clinica della ragazza, e hanno sequestrato anche le lenzuola sulle quali si sarebbe consumata la violenza, in modo da ricercare eventuali tracce del Dna dell’uomo.