Secondo la ong iraniana Ihr il bilancio dei morti nella repressione delle proteste per la morte di Mahsa Amini è salito ad almeno 92 persone. Solo venerdì 30 settembre 41 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza iraniane a Zahedan.
«Proteste frutto di operazioni psicologiche»
Il comandante delle guardie della Rivoluzione Hossein Salami trova facile usare gli Stati Uniti come capro espiatorio: «Gli americani cercano di ingannare i giovani iraniani per indurli a inscenare proteste di piazza, questa è la loro ultima politica contro l’Iran».
Salami ha utilizzato ampiamente la sua retorica occidentale parlando addirittura di «operazioni psicologiche», minacciando i manifestanti di dover scegliere tra loro e i nemici dell’Iran: «Avvertiamo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Arabia Saudita e il media anti-iraniani: vi spezzeremo. Non avete posto in Iran».
Poi la minaccia: «Un gruppo di giovani, influenzato dai nemici e dalle loro operazioni psicologiche, dovrebbe chiarire la propria posizione e scegliere i nemici o noi, che siamo loro amici».
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