
“Non chiamatela notte bianca” il titolo dell’evento, ripetuto come un mantra, giocando sull’equivoco, dalla sindaca Frontini. E in effetti è stata una notte al massimo grigia quella andata in scena sabato sera in città studiata per rilanciare l’immagine del centro storico e del commercio. Grigia dato che di gente in giro, dopo le 20, nonostante fosse stata annunciata l’apertura dei negozi fino alle 24, non se n’è vista un granché e anche perché di attrazioni ne sono state organizzate poche. Le fontane illuminate sì, tutte di blu, ma l’effetto non era mozzafiato. E sì pure la distribuzione dei coupon promozionali con uno sconto sul biglietto per la mostra al Museo dei Portici sui disegni di Michelangelo, ma a parte ciò, un sabato sera come un altro.
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Le aspettative però erano alte, sicché, nell’ormai stucchevole guerra dei social – dove Frontini schiera un gruppetto di fedelissimi sempre pronti a raccontare le immaginifiche gesta della loro sindaca e a zittire chi la pensa diversamente – le critiche all’amministrazione (pure queste probabilmente mosse in parte da qualche manipolo avversario) sono state ferocisime.
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Un problema di aspettative, dunque. Ma anche di comunicazione, tallone di Achille, essa, di una prima cittadina e di chi la circonda che pensano di servirsene con gli stessi paradigmi furbastri di quando erano all’opposizione, come se bastasse così poco ad evitare l’effetto boomerang di 10 anni di piazzate con tanto di equivoci manifesti giganti appiccicati in giro per ridicolizzare gli avversari (famosi quelli contro Arena e la sua “maggioranza delle tasse”).
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 19 DICEMBRE (Edicola digitale)