ROMA – Il suo mese, il suo autunno. Parte uno sprint esaltante per Nicola Zalewski: nella penuria di terzini – la coppia Karsdorp e Celik appiedata dai capricci delle ginocchia – Mourinho si rivolge a lui per cercare di risolvere i problemi della fascia destra. Da qui alla sosta del Mondiale, Zalewski potrebbe teoricamente giocare sempre titolare. Per poi volare in Qatar sull’onda dell’entusiasmo e dell’autostima per vivere la grande avventura con la Polonia, in cui è già un pupillo di Lewandowski e viene ormai considerato un punto fermo.
Roma, scatto Zalewski
Con la leggerezza dei 20 anni, ma l’esperienza di un anno magnifico nella Roma, Zalewski si prepara alla nuova sfida: non essere più “solo” la promessa giovanile ma una realtà affidabile. A prescindere dal ruolo. Contro il Betis aveva cominciato a sinistra ma dopo cinque minuti ha dovuto cambiare lato a causa dell’infortunio di Celik. Che vuoi che sia: «Ho giocato a destra anche nella scorsa stagione a Torino, nell’ultima giornata di campionato, e mi sono trovato bene. Se l’allenatore vuole sono pronto. Ormai mi sento bene, ho giocato anche due partite in Nazionale, sono a disposizione». D’altra parte aveva già imparato a muoversi da esterno infaticabile, avanti e indietro, nonostante il background e il talento da trequartista. A questo punto non sarà uno shock spostarsi da una parte all’altra del campo anche se, per caratteristiche, la sua capacità di partire da sinistra per rientrare sul destro è stata molto produttiva per le azioni d’attacco della Roma. Basti ricordare il gol segnato da Pellegrini nella semifinale di Conference, a Leicester, per capire di cosa stiamo parlando. Zalewski ha la velocità e la tecnica per mettere in difficoltà qualunque difesa, quando corre palla al piede.
Zalewski in controllo
Dovrà certamente migliorare nella fase difensiva. Contro il Betis ha controllato con relativa felicità l’eterno Joaquin, 41 anni (21 più di lui!), mentre contro il quasi coetaneo Rodri ha faticato di più, fino alla mancata opposizione al cross del 2-1. Ma è difficile chiedere di più a un ragazzo che sta cercando la sua collocazione definitiva. Peraltro, in termini di spinta offensiva, Zalewski aveva svolto bene il suo lavoro. Non è bastato a evitare la sconfitta europea: «È stato un incidente di percorso. C’è rammarico perché abbiamo creato molto e concesso poco. Evidentemente dobbiamo migliorare nel gestire certi momenti delle partite, che spesso vengono decise dai dettagli» ha raccontato, confermando la maturità che gli ha permesso di conquistare Mourinho.
Zalewski, il contratto
Intanto, sono maturi i tempi per il rinnovo del contratto. Nicola, il polacco di Poli, va in scadenza nel 2025 ma ha lo stipendio più basso di tutti, esclusi Bove e gli altri ragazzi aggregati alla prima squadra: circa 500.000 euro netti. Presto i suoi procuratori verranno convocati a Trigoria da Tiago Pinto per discutere un adeguamento salariale con prolungamento del contratto fino al 2027. L’obiettivo è chiudere la questione durante il Mondiale, se non prima: dopo potrebbe essere tardi per convincerlo anche se il suo attaccamento alla Roma è fuori discussione. Come Pellegrini, che è assistito dalla stessa agenzia, Zalewski è un tifoso prestato al professionismo. Però gli affari sono affari: in estate a lui si erano interessati molti club, a cominciare dal Borussia Dortmund, e a gennaio il numero di corteggiatori può aumentare.
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