- a
- a
- a
E’ un anno scolastico denso di incognite quello che sta per iniziare (il via nel Lazio è fissato per giovedì 15 settembre), il terzo dell’era Covid, nonostante le restrizioni antivirus ormai siano state quasi azzerate anche all’interno delle aule. Parola di Silvia Somigli, segretaria provinciale della Uil Scuola (a Viterbo oggi primo sindacato del settore), secondo cui ancora una volta tutto il peso della responsabilità, in materia di sicurezza, vengono scaricate sui presidi.
Undici istituti senza preside. Timori per l’inizio dell’anno scolastico
“Sia dal punto di vista delle misure legate alla salute, sia da quello delle riforme annunciate e rimaste in sospeso, il nuovo anno scolastico partirà con dei grandi punti interrogativi – dice Somigli -. I dirigenti scolastici, ancora una volta, vengono lasciati in balia di decisioni che non sono supportate né dall’istituzione di presìdi sanitari né da una puntuale organizzazione. Le difficoltà della scuola statale, le stesse che riappaiono all’orizzonte della politica solo in coincidenza delle tornate elettorali, vanno riaffermate con estrema chiarezza”.
Mille cattedre in attesa di assegnazione
La numero uno della Uil Scuola dice basta alla dad, che nei giorni scorsi era stata ventilata per far fronte all’aumento vertiginoso dei costi energetici. “Vogliamo una didattica che sia rigorosamente in presenza, perché è a scuola che si recuperano le disabilità, si rispettano le differenze, si cresce costruendo relazioni, si apprende facendo. L’ipotesi di utilizzare la dad il sabato, per la gestione e il recupero delle risorse esprime una visione dell’istruzione lontana anni luce dalle esigenze del Paese. La scuola è e deve essere una risorsa fondamentale. Basta con classi pollaio, basta con il precariato e con un livello di retribuzione non adeguato”.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 7 SETTEMBRE (Edicola digitale)