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Cinque invasi, realizzati in punti strategici della Tuscia, in grado, ciascuno, di raccogliere dai 200 ai 500 mila metri cubi di acqua piovana e nel contempo produrre energia. Una risposta concreta alla siccità. Non è un sogno ma una realtà. Tanto che il primo passo è già stato fatto: un progetto di massima, affidato a una società specializzata, è già stato consegnato. La grande sete di questa pazza estate ha dunque messo le ali alle ipotesi lanciate dagli agricoltori già a giugno: creare invasi utilizzando le cave. Il Consorzio di Bonifica Etruria meridionale e Sabina ha raccolto la sfida.
Siccità, per la ricarica delle falde bisognerà aspettare l’inverno
Spiega il presidente Gianluca Sacchetti: “A livello nazionale il nostro progetto è stato individuato come capofila. Sui tempi occorre passare la parola ai tecnici, ma il primo, concreto passo è stato fatto individuando cinque punti strategici sui quali realizzare invasi. In questo modo si recupera l’acqua piovana e si crea energia. Consideri che sul fronte del recupero, ad oggi siamo al 10%, soglia estremamente bassa. Ciascuno dei cinque invasi, invece, potrà raccogliere dai 200 ai 500 mila metri cubi di acqua che altrimenti andrebbe dispersa.Questi invasi faranno la differenza non solo per il recupero dell’acqua ma anche per la produzione di energia”.
Siccità, preoccupazione per le nocciole. “Necessario lo stato di calamità”
Per quanto riguarda l’oggi, la pioggia, attesa, invocata, a tratti sognata per oltre tre mesi, è tornata. Per tutti un sospiro di sollievo. O meglio, per tutti coloro che hanno magari un piccolo orto domestico e dei fiori in giardino che ora vedono rinascere.
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 12 SETTEMBRE (Edicola digitale)